L’eredità di Falcone e Borsellino. Di Margherita IIIB Secondaria di primo grado

«Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ha paura muore una sola volta».

Di Margherita Natoli III B secondaria di primo grado

«Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ha paura muore una sola volta».
23 maggio 1992 e 19 luglio 1992, queste sono le date in cui sono morti Falcone e
Borsellino, due magistrati che ancora oggi sono il simbolo della lotta contro la
mafia, sostenitori della legalità e della giustizia.
In occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone io e la mia classe siamo stati invitati a riflettere su alcune frasi pronunciate da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
Io ho scelto la citazione «Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ha paura muore una sola volta» di Paolo Borsellino per il semplice motivo che la conosco molto bene perché mio papà, che è un carabiniere, me l’ha sempre ripetuta. Nel 1992, dopo la strage di Capaci, decise di passare al servizio scorte e proteggere i magistrati dell’antimafia per onorare la morte e le idee del giudice.
Infatti, a tutt’oggi scorta ancora un magistrato dell’antimafia.
Io gli ho chiesto spesso se abbia paura di morire e lui ogni volta mi ha risposto che non direbbe la verità se dicesse di no, ma mi ha detto anche che è una cosa che ha messo in conto fin da quando ha iniziato a lavorare in questo reparto. Io ho sempre riflettuto molto su questa frase e ancora oggi ci rifletto. Una cosa però l’ho capita, ci vuole coraggio.
Coraggio nell’affrontare le sfide di tutti i giorni, coraggio
nel fare giustizia essendo consapevoli che tu, da un giorno all’altro, solo per portare avanti le tue idee e il tuo lavoro, potresti non esserci più.
Mi sono sempre chiesta se io avrei questo coraggio, quello che ogni giorno hanno i magistrati, i giudici e le scorte, ma non sono ancora riuscita a darmi una risposta.
È una situazione che mi spaventa, ma allo stesso tempo io voglio che venga fatta giustizia per Falcone e Borsellino, ma anche per tutte quelle persone che sono morte per la giustizia e per il bene di tutti e di cui nessuno magari sa nulla. L’anno scorso i miei genitori mi hanno portata alla mostra di tutti quei magistrati, avvocati e forze dell’ordine che hanno lottato contro la mafia e la criminalità.

La mostra era allestita all’interno del Palazzo di Giustizia davanti all’Aula Magna, in un grande atrio, tutto fatto di marmo, con colonne imponenti.
Era sera, il Palazzo di Giustizia era chiuso ma la mamma ci ha fatto entrare perché, lavorando lì, poteva accedere lo stesso. I miei genitori sapevano che mi sarebbe piaciuto e che mi sarei appassionata a quelle storie.
L’atrio sembrava molto freddo, non c’era nessuno e c’era molto silenzio, che era rotto solo dalla mia voce che leggeva quelle storie.
L’emozione che ho provato quando ho iniziato a vedere quelle fotografie e a leggerne i racconti è stata subito fortissima, mi viene ancora da piangere al solo pensiero di aver visto davanti a me la foto o il ritratto di persone che sono state uccise a tradimento, spesso davanti agli occhi dei loro familiari, davanti ai loro figli.
Persone che veramente sono morte una volta sola e il cui ricordo, invece, non è ancora morto e vive ancora oggi.
Sono persone che hanno lottato e che hanno sacrificato la loro vita per la giustizia, scegliendo la strada più difficile anche se questa li avrebbe portati a prendere comunque lo stesso stipendio e non avrebbe permesso loro di fare carriera. Erano gli ideali e il desiderio di lottare per il bene comune che davano loro la forza di continuare ad andare avanti a testa alta.
Da grande vorrei essere così, avere la stessa forza di volontà, la stessa onestà, lo stesso impegno.
Io, stando a quello che dice la frase, muoio tutti i giorni. Gli aggettivi che spesso mi attribuisce la gente sono “solare e coraggiosa”. Ma io sono coraggiosa solo nei momenti di difficoltà o solo quando sento che ce la posso fare, ecco questo non so se si può definire coraggio.
Io che voglio essere una di quelle persone che hanno la forza e la voglia di fare giustizia, ho paura di parlare davanti alle persone, ho paura di una banale interrogazione e ho paura di deludere gli altri…
Io spero solo che il mio desiderio di fare la cosa giusta mi aiuti a superare tutte le paure.
Per raggiungere questo obbiettivo mi aiuta l’esempio di persone come questi magistrati.
Sono molto curiosa e ogni giorno, fin da quando ero piccola, riempio di domande
mio papà sul suo lavoro, su come stanno andando le indagini e su molte altre cose, ma lui ovviamente non mi può dare molte informazioni perché spesso e
volentieri sono riservate.
Cosi ho deciso di approfondire gli avvenimenti del passato cercando su internet, guardando film e anche leggendo libri su come sono stati progettati e come sono stati svolti i vari attentati, chi erano i sicari, chi erano i mandanti, chi erano i componenti della cupola e chi era il capo dei capi.
Falcone e Borsellino sono stati sempre citati e ricordati nella mia famiglia. Loro sono uomini di grande valore che hanno saputo lasciare un’impronta di giustizia e di legalità in ognuno di noi e secondo me anche sui mafiosi e sui criminali peggiori della storia.
La mafia pensava che, se si fosse liberata di questi uomini valorosi, avrebbe vinto.
Ma non è stato così.
Con i loro attentati e i loro omicidi non hanno vinto nulla, hanno solo dato forza a tutte quelle persone che oggi si battono contro la mafia.

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