I Racconti Fantasy del Venerdì. Cracper, stregone a sorpresa Di Adan Kassab, IB Secondaria di primo grado
Cracper, stregone a sorpresa
Di Adan Kassab, IB Secondaria di primo grado
ln una notte piovosa e ventosa, lo yatten Cracper trascinava faticosamente un carico pesantissimo, colmo dei frutti del suo lavoro: pepite e lingotti d’oro, rinvenuti dopo aver scavato per tutto il giorno nelle profondità del suolo di Yayet.
Yayet era un piccolo paesino di campagna, dove gli abitanti passeggiavano per le vie con un giacchino in pelle di colore nero, al quale erano attaccate due ali: di cenere e lava per gli uomini, di ghiaccio e vetro per le donne.
Gli abitanti più poveri di Yayet erano autorizzati a spostarsi da un luogo all’altro del paese per mezzo di snowboard, funzionanti ad aria gravitazionale; mentre gli individui più importanti potevano permettersi le girosfere, veicoli di forma circolare in cui il signorotto di turno doveva azionare leve meccaniche che permettevano alla parte inferiore del veicolo di ruotare e quindi di avanzare velocemente.
Il popolo Yatten era per lo più felice, ma soprattutto molto socievole. Nonostante ciò era sempre meglio non farlo arrabbiare perché era stato un esercito di audaci guerrieri, sopravvissuti fin dall’inizio della Storia Moderna.
Quella notte il vento soffiava talmente forte che, improvvisamente, una raffica colse Cracper di sorpresa facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere in una pozza di fango particolarmente molliccia che, alla luce fioca della sua torcia tascabile, riconobbe di un intenso colore rosso scuro. Notò quindi che i suoi vestiti si erano imbrattati e, poco distante, scoprì il corpo senza vita di un compaesano.
Le ali di cenere e lava del suo giacchino erano ripiegate in maniera innaturale e la sua girosfera giaceva su un lato, abbandonata ma in buono stato. Cracper allora legò il carico e il cadavere alla girosfera, spinse la leva al massimo e partì velocemente verso casa.
Una volta qui, mise al sicuro il bottino, si liberò dei vestiti sudici e si ripulì. Così fece per il cadavere, certo che sarebbe riuscito a riportarlo in vita grazie alle pozioni magiche tramandate nel tempo dagli antichi guerrieri yatten.
Raggiunse la cucina dove, in una grossa pentola, riunì acqua, prezzemolo e spezie varie, portò ad ebollizione e lasciò decantare.
Adagiò l’uomo sul sacro tappeto yatten, ereditato alla morte del nonno guerriero e, servendosi, di un gessetto, disegnò una circonferenza. Alla stessa distanza l’una dall’altra vi posizionò quattro ciotole in cui spartì il liquido ancora caldo. Aprì un grosso libro e cominciò a pronunciare strane parole.
Dopo un breve lasso di tempo la sostanza evaporò ed entrò nel corpo del defunto che, lentamente, riprese vita e, quando Cracper vide che la formula aveva funzionato, decise che, in futuro, si sarebbe dedicato all’interpretazione di formule e alla preparazione di pozioni magiche.
Nell’istante in cui rifletteva sul suo avvenire, uno strano verso lo riportò alla realtà e si trovò lo yatten alle spalle che lo scrutava con aria minacciosa. L’uomo impugnava una delle ciotole di terracotta che erano servite al rito propiziatorio e, senza indugio, gli si scagliò contro. Cracper riuscì a schivarlo, ma non ebbe la prontezza di sfuggire a una pedata, che lo fece barcollare e urtare contro il comò delle pozioni, dove boccette e ampolle contenenti i fluidi segreti della stregoneria yatten caddero andando in frantumi.
Un liquido di colore viola si riversò sul suo corpo che, nel giro di qualche secondo, divenne di un giallo intenso e accecante. Lo yatten, infastidito dal bagliore, gli lanciò contro la ciotola e, prima che questa potesse colpirlo, si frantumò come per magia.
Cracper allora si lanciò all’attacco spiccando un salto verso il nemico. L’uomo, preso alla sprovvista, non ebbe modo di evitarlo e, in men che non si dica, il suo corpo si sbriciolò lasciando sul pavimento un mucchietto di polvere giallognola. Cracper non perse tempo, radunò ogni granello visibile e lo gettò nel fuoco ardente del camino, convinto che fosse decisamente meglio raccogliere pepite e lingotti per il resto della vita.