IL MEDIOEVO CHE NON SI VEDE, MA SI SENTE

di Sofia Sterza, 3LA

La nostra società è innovativa, ma allo stesso tempo conservativa. Il Medioevo è stato un periodo di passaggio tra la fiorente epoca classica e l’epoca moderna. Un’epoca difficile: continue guerre, pregiudizi e nettissime distinzioni sociali … il caos. Lo stesso caos che verrà giudicato duramente da Dante che si sentirà in dovere di scrivere la “Divina Commedia” per far ritrovare all’umanità la retta via … e se la nostra società non fosse così distante dal Medioevo?

La doppia faccia della medaglia

La nostra epoca è una via di passaggio tra il presente e il futuro. I nostri nonni vivevano senza telefoni e soffrendo la fame, noi non potremmo compiere un singolo passo senza il nostro smartphone. Siamo la generazione Z cha ha vissuto il progresso della digitalizzazione. Da quando siamo piccoli siamo abituati ad avere in mano un dispositivo elettronico: il telefono della mamma per guardare i cartoni, il tablet del papà per giocare, piuttosto che i video rilassanti per concentrarsi a studiare. Viviamo talmente a contatto con la tecnologia che il telefono è diventato una parte del nostro corpo. I social media ci permettono di contattare una persona dall’altra parte del mondo attraverso un semplice click. Troppo semplice.

La pigrizia

Siamo pigri. È una verità che dobbiamo accettare. Abbiamo perso la voglia di fare tutto. Se ci fossero delle telecamere nelle nostre case, esse sentirebbero solamente sbuffi, sbadigli e i litigi tra figli e mamme, perché non si ha voglia di studiare, di aiutare, di chiacchierare. Momenti che le persone del secolo scorso non vivevano. Piero Calamandrei diceva agli studenti che ci si accorge del valore della libertà quando comincia a mancare, quando ti senti soffocare. Il valore dello studio. A quanta gente ancora oggi è vietato studiare? Troppa … e noi ci lamentiamo se dobbiamo studiare qualche pagina di storia. Fa paura ed è spaventoso pensare che la generazione che verrà sarà ancora peggio.

La bolla della falsità

Viviamo in una bolla e ci sentiamo protetti solo se stiamo lì dentro. Preferiamo stare un pomeriggio a poltrire sul divano piuttosto che uscire a fare una passeggiata. Adattandoci all’opinione comune perché il solo pensiero di formulare un’opinione che sia frutto della nostra mente ci fa stancare. É più semplice lasciar fare agli altri piuttosto che ragionare con la nostra testa. Siamo i “dormienti” di cui parlava Eraclito da Efeso, coloro che dormono e che non prendono posizione. Siamo gli “ignavi” con cui Dante non si fermò neanche a parlare. Siamo immersi in questa bolla di pregiudizi e non riusciamo a uscirne fuori. Qualche settimana fa è morta Giulia Cecchettin, una ragazza che stava per laurearsi, ma è stata uccisa dal suo fidanzato. Perché? Forse perché quell’uomo non poteva sopportare l’idea che la sua ragazza si laureasse prima di lui. Però lui era un bravo ragazzo, non lo avrebbe mai fatto. Eppure, lo ha fatto e non ha avuto il coraggio di suicidarsi pur dilaniato dai sensi di colpa. Sui social si potevano notare due tipologie di pensiero: chi ricordava Giulia e condannava la società patriarcale e chi pur di dire qualcosa affermava la teoria del bravo ragazzo. La violenza sulle donne è giustificata dal fatto che la donna si debba vestire in un certo modo, debba avere un certo comportamento per evitare di scatenare l’ira del fidanzato violento. Filippo Turetta tra vent’anni sarà libero, potrà rifarsi una vita, ma Giulia no. Fa paura ed è spaventoso che la società che verrà sarà ancora peggio.

I muri mentali e fisici

Quanti muri abbiamo costruito? Il muro tra USA e Messico, tra Israele e Palestina, ma la gran parte sono muri mentali. Robert Frost in una poesia intitolata “Mending Wall” parlava di due vicini: un uomo tradizionalista che voleva un muro che li separasse e l’altro che invece era contrario. Ogni anno il muro veniva distrutto da qualcosa di ignoto (il tempo, i cacciatori … non si sa) e ogni primavera i due vicini si trovavano per ricostruire il muro. Ogni primavera l’uomo innovativo domandava al tradizionalista perché ricostruissero il muro se tanto sapevano che sarebbe stato distrutto e il tradizionalista rispondeva dicendo che i “giusti recinti fanno buoni vicini”. Più siamo lontani, meglio stiamo. Il distacco. L’odio. Basti pensare che si arriva ad ammazzare il proprio vicino di casa durante una riunione condominiale solo perché non si sa come dividere il pagamento del gas o dell’acqua. Sembra assurdo, ma succede realmente. Se stiamo lontani, stiamo meglio. Come può una società essere unita se non riusciamo a sopportarci? Una domanda a cui non ho risposta. Fa paura ed è spaventoso che la generazione che verrà sarà ancora peggio.

“Alea iacta est”

Il dado è tratto. Questo sarà il nostro futuro se non agiamo ora. Agire non con la rivoluzione, ma iniziando da noi stessi. Domandandoci che cosa possiamo fare noi per permettere ai nostri figli un futuro migliore. Questo è il nostro Medioevo, un Medioevo silenzioso, ma doloroso. Non si vede, ma si sente.

Archivio Articoli