I ragazzi del liceo al CNAO, Centro Nazionale di Radioterapia Oncologica
Di Valentina Scassiano II Liceo EU
Martedì 11 febbraio, alcune classi dei nostri Licei si sono recate in visita a Pavia al Centro Nazionale di Radioterapia Oncologica, dove i ragazzi hanno seguito due seminari per approfondire il tema della Fisica e della Biologia applicate alla cura di cellule tumorali.
Gli incontri, tenuti da due esperte, erano tesi a chiarire il concetto di adroterapia e a spiegarne la tecnica, sia dal punto di vista di strumentazioni e macchinari sia da quello puramente medico e biologico.
Da un’introduzione su atomo, quark e forze fondamentali, necessaria per comprendere il funzionamento di un acceleratore di particelle, si è passati ad analizzare la diversa efficacia dell’utilizzo di particelle come i protoni, i fotoni o gli ioni di carbonio.
Ma, quindi, che cos’è l’adroterapia?
L’adroterapia è una forma di radioterapia che sfrutta fasci di protoni e ioni di carbonio per la cura di tumori.
Per questo tipo di trattamento è necessaria una strumentazione estremamente costosa disponibile in soli sei centri in tutto il mondo, alla base della quale c’è un acceleratore di particelle.
Un acceleratore di particelle si basa su un campo elettrico e differenze di potenziale e, ovviamente, su una fonte di particelle, oltre che su un sistema di magneti che permette di curvare il fascio in una circonferenza da cui, poi, il fascio verrà estratto per essere indirizzato sul target, o obiettivo, prestabilito, cioè, in questo caso, le cellule tumorali.
La scelta del tipo di particella da utilizzare è basata su diversi fattori, tenendo conto del fatto che gli ioni di carbonio hanno una maggiore precisione dovuta alla caratteristica della loro curva balistica e che, quindi, saranno più selettivi nel colpire solo le cellule malate, lasciando da parte il tessuto sano, mentre fotoni e protoni colpiscono anche il tessuto circostante.
Gli ioni di carbonio saranno quindi preferibili nei casi in cui sia essenziale la massima precisione, per esempio quando si rischia di danneggiare i tessuti di un organo vitale.
Ovviamente, le motivazioni per cui la scelta dei medici ricade su un determinata procedura terapeutica varia molto di caso in caso, proprio perché si tende a trovare trattamenti sempre più personalizzati.
A questo punto il pensiero va al futuro: l’adroterapia non sostituirà la radioterapia convenzionale, dati gli elevati costi, ma quali sono le innovazioni a cui questa tecnica andrà in contro nei prossimi anni?