I Racconti Fantasy del Venerdì! I NAUFRAGHI DEI GHIACCI Di Giulia Temporiti 1B Secondaria di primo grado
Durante il primo quadrimestre di quest’anno scolastico gli alunni delle classi 1^A e 1^B hanno approfondito la conoscenza del genere fantasy, leggendo vari racconti riportati nella sezione specifica del libro di antologia.
Al termine di questa attività i ragazzi sono stati invitati a cimentarsi nella stesura di un racconto fantasy inventato da loro.
Ogni venerdì pubblicheremo uno di questi testi originali completamente inventati dagli alunni e corredati di immagini da loro disegnate per rendere il lettore partecipe della loro viva immaginazione.
Buona lettura a tutti!
I NAUFRAGHI DEI GHIACCI
Di Giulia Temporiti 1B Secondaria di primo grado
Alla fine del XVII secolo il veliero Gulfos, che trasportava delle merci per conto del re di Danimarca, incappò in una tempesta. Il veliero si arenò sulla sponda rocciosa di una terra sconosciuta. La ciurma sopravvissuta cercò tra i resti della Gulfos tutto ciò che poteva essere utile. Quindi, con poche speranze, si addentrarono in quella terra sconosciuta. Risalirono un ampio ghiacciaio: il paesaggio intorno era tutto ricoperto da neve, anche se era estate. In lontananza si vedeva l’infinita distesa di acqua di colore blu intenso che occupava tutta la visuale del paesaggio. Dopo ore di faticoso cammino la ciurma arrivò in cima al ghiacciaio: nella valle sottostante si trovava un piccolo paesino in cui vivevano dei poveri allevatori che sopravvivevano a stento con le poche risorse disponibili. << Potremmo rubare qualcosa >> propose un marinaio
<< Meglio di no! Non vedete in quali condizioni sono? >> rispose il comandante.
La ciurma ebbe pietà degli allevatori e quindi si diressero verso il villaggio solo per chiedere un luogo dove sostare per la notte. Il villaggio aveva un aspetto triste: le case erano fatte di terra e di assi di legno con un tetto di foglie secche ricoperte di neve. Gli abitanti avevano un’aria lugubre: erano vestiti con abiti semplici, stracciati e sporchi. Al centro del paese si trovava un grande focolare: intorno sedeva il capo del villaggio.
<< Sedetevi viaggiatori, riposatevi. Vi chiedo perdono per la misera accoglienza >> disse il capo
<<Con piacere, grazie per l’ospitalità >> rispose la ciurma
<< Io sono Vifur, capo del villaggio di Vest, se volete vi racconterò la mia vita. Sono stato per molti anni guardiano delle prigioni della nostra capitale…>>.
I marinai, di buon mattino, ripresero il cammino, Vifur gli aveva detto che la capitale distava tre giorni dal villaggio. Dovettero risalire le montagne che circondavano la conca: la salita fu molto difficile ma, arrivati in cima, lo spettacolo che offriva la natura era unico. Si trovavano davanti ad una laguna glaciale. Il mare era di un colore azzurro pallido che dava già l’impressione che l’acqua fosse gelida. Gli iceberg di un colore bianco puro, avevano qualsiasi forma e galleggiavano liberamente sull’ acqua. A volte si scontravano fra di loro sgretolandosi, oppure dondolavano un poco come navi trasportate dalla corrente. I colori freddi dell’acqua e degli iceberg facevano venire la pelle d’oca per il freddo. I viaggiatori rimasero a contemplare il paesaggio per un po’ perchè a poche persone poteva capitare di ammirare una laguna glaciale. Sulla riva della laguna sorgeva la capitale. La ciurma arrivò in città: il governatore non permetteva agli stranieri di girare liberamente nella capitale e quindi la ciurma si ritrovò dietro alle sbarre di una buia e piccola prigione.
<<Cosa facciamo adesso ?>> chiese un marinaio.
Il capitano si era seduto in un angolo a pensare e ad un certo punto disse: <<Vifur ci aveva raccontato che ogni prigione aveva un passaggio segreto che conduce al porto in caso ci fosse stata una invasione e i soldati fossero catturati e venissero rinchiusi nelle loro stesse celle>>.
In ogni cella il pavimento era lastricato con grossi massi.
<< Per trovare il passaggio segreto – proseguì il capitano – si devono contare cinque massi dalla porta di ingresso della cella e spingere il sesto in basso con la forza di almeno tre uomini>>.
I marinai spinsero il masso che lentamente si spostò mostrando uno stretto cunicolo che scendeva in diagonale. I viaggiatori, uno ad uno, entrarono e percorsero per un buon quarto d’ora quel cunicolo fino a sbucare al porto. Intanto era stato dato l’allarme della fuga e la ciurma si affrettò a prendere una piccola barca e ad addentrarsi nella laguna facendo molta attenzione a non urtare contro gli iceberg. Un grosso veliero li inseguiva ma, date le dimensioni, dopo poco tempo andò a schiantarsi contro un iceberg, affondando.
La ciurma era salva; decisero di ritornare subito in Danimarca e poco dopo, un marinaio incuriosito lesse il nome della scialuppa su cui si trovavano: c’era scritto “ISLANDA”.