E’ tornata la nostra scuola

di Valentina Scassiano 3° Liceo Europeo

Le risate, il confronto, lo studio, per crescere INSIEME

Ormai la scuola è iniziata da qualche settimana e, indaffarati come sempre, tutti noi ragazzi siamo tornati al nostro tour de force quotidiano, tra sveglie all’alba per studiare, corse scattanti per non arrivare in ritardo e serate passate a studiare, rigorosamente all’ultimo momento, per la prossima interrogazione. Da lontano, molto lontano, potrebbe sembrare un rientro come tanti prima di questo. Eppure, come tutti sappiamo, non lo è affatto. La prima differenza che salta all’occhio è ovviamente lo stato di emergenza in cui si è svolto, tra misure di sicurezza e limitazioni per la salute comune, e la lunga pausa di sei mesi che ci separava dal nostro ultimo giorno di scuola in presenza.

per una volta i “grandi” erano più preoccupati di noi per l’inizio della scuola

Avvicinandosi ancora di più, però, si scorge un’altra nota, più unica che rara, che rende diverso da tutti i precedenti questo momento: per una volta i “grandi” erano più preoccupati di noi per l’inizio della scuola, mentre ognuno di noi studenti, anche se probabilmente ci sarà chi non lo ammetterà mai per questioni di orgoglio e per partito preso, era almeno lontanamente emozionato di risedersi in classe, di rivedere i propri insegnanti, di rivivere quel sottile stato di ansia pre-verifica che è tanto brutto in quell’attimo ma quando non c’è provoca un’irrimediabile nostalgia.

So che arrivati a questo punto, chi tra i miei coetanei starà leggendo, e chi, pur avendo terminato i suoi anni felici tra i banchi di scuola, starà viaggiando indietro con la mente fino a quel periodo starà pensando che, in fondo, nella mia descrizione di un gaio rientro tra le mura scolastiche manca qualcosa. E scommetto che chiedendo a chiunque che cosa, la risposta sarebbe univoca: gli amici. Le occhiatine durante le lezioni che mandano messaggi più chiari che se fossero scritti alla lavagna, le risate al cambio dell’ora, le corse per non sedersi in prima fila, la costante sicurezza di non essere da soli e di essere capiti, il confronto e, perché no, le sane litigate che fanno crescere. Penso che questo sia l’importante e che, sebbene sia necessario concentrarsi, ora più che mai, sulle problematiche che la scuola può incontrare in periodo di pandemia, si debba anche ricordare sempre che, oltre a studiare, andare a scuola significa molto di più nel percorso di crescita di ognuno e, di conseguenza, considerarla una priorità.

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