I racconti fantasy del venerdì – La guerra dei poteri Di Bianca Marasco 1A secondaria di primo grado
La guerra dei poteri
Di Bianca Marasco 1A secondaria di primo grado
Aisatnaf è il regno in cui si trasferiscono le anime degli esseri umani dopo la morte, che per arrivare lì attraversano il Deserto della Sola Andata: dopodiché assumono le loro sembianze di quando erano giovani, e alcune parti del loro corpo sono quelle di alcuni animali. Ognuno di loro possiede e padroneggia un potere magico. Gli abitanti di Aisatnaf non ricordano nulla della loro vita precedente se non leggono il Libro della Vita. Il loro re è il Sommo Fantasio. La capitale di Aisatnaf è Mirya, detta la Città di Marmo per il materiale di cui è fatta ogni singola parte della città. Le mura sono antiche, di marmo, e da lontano si vedono scintillare alla luce del sole. Vicino ad Aisatnaf c’è un regno chiamato Illusion, il Regno degli Specchi Magici, che permettono di vedere il carattere di colui che si specchia, i desideri, i pensieri…
Ad Aisatnaf vivevano due ragazzi, Sophia e Paul. Sophia era alta e magra con gli occhi color ambra e i capelli nero ebano, da cui spuntavano un paio di orecchie da gatto. La sua faccia era perfettamente ovale, e dal naso partiva un bel paio di baffi sottili, le vibrisse. Spesso indossava una salopette di jeans e scarpe da tennis. Paul invece aveva i capelli biondi spettinati, e la faccia da volpe. Indossava una felpa molto larga di colore rosso scuro e dei pantaloni (anch’essi larghi) blu. Aveva dei bellissimi occhi, verde smeraldo, e lo sguardo furbo.
Sophia raggiunse Paul in biblioteca. Lui spesso si rifugiava lì quando non sapeva che fare, ma da quando aveva scoperto che il suo assassino era morto, Paul aveva deciso di preparargli un’accoglienza coi fiocchi: doveva vendicarsi a tutti i costi con colui che gli aveva strappato la vita.
– Cosa fai in biblioteca?- Chiese Sophia.
– Sto consultando il libro di Aisatnaf, c’è scritto il nome di ogni suo abitante e di coloro che si stanno avviando verso il Regno. E qui c’è il nome di Boris Rosario, il mio assassino – E indicò un puntino che si muoveva nel Deserto della Sola Andata vicino al quale c’era una scritta: Boris Rosario.
-Ma guarda- fece notare Sophia – a poca distanza da lui ci sono altre persone-
-Chiunque altro sulla Terra potrebbe essere morto.- Rispose noncurante Paul facendo spallucce.
-No, invece. Leggi i nomi.- insistette Sophia. Paul lesse. E rimase a bocca aperta.
-I suoi collaboratori!- Esclamò sorpreso -E ce ne sono altri!
-Non trovi strano? Ci sono tutti quanti. Cosa può essere successo?- Si domandò Sophia. Paul aprì un altro libro e cercò il nome del suo omicida. Fece lo stesso che aveva fatto quando aveva conosciuto Sophia, che gli aveva mostrato il Libro della Vita. Quando arrivò alla pagina giusta, comparvero delle immagini: l’uomo e la sua banda di manigoldi in una prigione che lanciavano qualcosa su uno sportello che aveva ceduto da cui usciva del gas. I corpi della gang che cadevano per terra come bambole di pezza. Si erano suicidati.
-E ora che facciamo?- Disse Sophia -Rosario seminerà panico anche qui.
-Andiamo ad avvisare il Sommo Fantasio- propose Paul -magari radunerà un esercito!
-Lui non può sapere cosa facesse da vivo senza aver visto il Libro della Vita , che non è trasportabile fuori dalla biblioteca.- Obiettò Sophia.
-Allora cerchiamo noi qualcuno che ci aiuti! Raduniamo il nostro esercito! Difenderemo la città con i nostri poteri!
-Ma come fai ad essere sicuro che Rosario voglia attaccare Aisatnaf?- Paul indicò un libro:
-L’ho consultato ieri, contiene alcuni specchi di Illusion, e uno di essi legge il pensiero degli altri! Ho visto i pensieri di Rosario! – L’espressione sul volto felino di Sophia si rabbuiò.
-Allora dovremo radunare tutta la nostra magia per sopravvivere.
Quella sera ad Aisatnaf un urlo agghiacciante squarciò il silenzio. “Il Nemico” pensò Paul. Lui e Sophia avevano convinto otto amici a combattere contro Rosario. Sophia radunò il suo potere dell’acqua stringendo la sua Pietra, il simbolo della sua magia, fatta di cristallo. La sentì fredda. Anche Paul chiamò a raccolta il suo potere del fuoco, gli sembrava quasi di distruggere la sua Pietra, che gli pareva bollente. Dopo pochi minuti, le mura principali di Mirya crollarono, e per poco non travolsero i dieci ragazzi che avevano fatto in tempo a creare degli scudi con i loro poteri. Sophia vide Rosario. Aveva la faccia di un cane, ma il corpo era il suo, probabilmente di quando era un ragazzo. Paul notò che lui e i suoi scagnozzi utilizzavano poteri nocivi: benzina, uranio, petrolio, carbone… erano parte del popolo del Male. Ad un certo punto si sentì un grido: Rosario aveva ferito Julia, la migliore amica di Sophia, che era corsa in suo aiuto. Dopo ore di combattimenti i nove amici di Paul furono legati come salami, tenuti d’occhio dai servitori di Rosario. Paul si trovò faccia a faccia con il suo nemico. -Ci incontriamo di nuovo, Paul. L’ultima volta che ti ho visto eri steso per terra senza vita. Vedo che l’esperienza non ti è servita molto.- Ghignò Rosario Paul era furente. La Pietra bruciava nella sua tasca. Un getto di fuoco partì in direzione del nemico, che si scontrò contro quello di benzina di quest’ultimo. Paul stava per cedere, quando un nastro argenteo si incrociò al getto di fuoco di Paul. Insieme ad esso aveva quasi sconfitto Rosario che urlò: -RITIRATA! I suoi scagnozzi mollarono i prigionieri e, insieme al loro capo, scomparvero, in una nube di polvere. Paul liberò gli amici.
-Grazie- disse a Sophia -non ce l’avrei mai fatta senza di te-. Sophia sorrise.
Avevano fatto arretrare il loro nemico. Ma la guerra contro di lui era solo iniziata.