Unione, unico obiettivo
La XII edizione delle convittiadi è la prima organizzata da una istituzione educativa lombarda e ciò rende orgoglioso l’educandato Setti Carraro di Milano che ho l’onore di dirigere. Ringrazio gli alunni, gli educatori, i docenti e le famiglie che da mesi lavorano alla buona riuscita di questo eccezionale evento. Si tratta non solo di un grande momento di sport e teatro, ma di un evento quasi unico in Italia, poiché vede il confronto di oltre 2 mila alunni e circa 30 istituzioni educative provenienti da tutte le regioni. Le istituzioni educative costituiscono una realtà poco conosciuta nel panorama scolastico, in parte diversa da quella delle istituzioni scolastiche, poiché mirano alla formazione globale della persona e quindi alunni e convittori sono posti al centro dell’azione educativa non solo sotto l’aspetto cognitivo, ma anche sotto quelli affettivo, relazionale, motorio, estetico e, soprattutto, etico. Per tale motivo quest’anno nelle convittiadi è stato istituito il premio fair play, visto che le attività sportive debbono costituire uno strumento mirante non solo alla costruzione delle competenze motorie, ma soprattutto di quelle sociali e civiche, con particolare riferimento alla lealtà, al rispetto dell’altro, anche se diverso dal sé per cultura, provenienza geografica, colore della pelle, etc. In tale ottica è stato scelto il logo di questa edizione delle convittiadi che rappresenta in modo semplice ma efficace l’incontro fra diversi nel rispetto reciproco. E’ un messaggio importante nel momento attuale che vede un riaffiorare di razzismo, intolleranza ed egoismo di singoli e di intere nazioni. Ad esso si ricollega anche la scelta dello slogan di questa edizione delle convittiadi, “Unione , unico obiettivo”, che fa anche riferimento alla necessità di unire fra loro le varie istituzioni educative italiane che vivono un momento di incertezza di fronte alle recenti novità legislative e contrattuali nel mondo scolastico. Solo una stretta collaborazione fra le circa 50 istituzioni educative statali potrà impedire che il loro esiguo numero le metta ai margini del processo di cambiamento che sta investendo tutto il panorama scolastico italiano.
Giorgio Ragusa
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